Riceviamo e volentieri diffondiamo una lettera da Gorizia, capitale europea della cultura 2025
Ai presidenti del Consiglio e del Governo della Repubblica Italiana e della Repubblica di Slovenia,
sig.ra Giorgia Meloni
sig. Robert Golob
Di fronte al drammatico perpetrarsi di crimini contro l’umanità a Gaza e negli altri territori palestinesi per mano dell’esercito israeliano agli ordini del governo di Benyamin Netanyahu, i sottoscritti – rappresentanti di associazioni pacifiste, umanitarie e di volontariato, laiche e cattoliche, nonché singoli esponenti della società civile di Slovenia e Italia- sentiamo il dovere di rivolgerci, da Nova Gorica/Gorizia-Capitale Europea della Cultura, ai due governi con quanto segue.
Il senso di impotenza che pervade le nostre coscienze al cospetto di un genocidio consumato davanti agli occhi del mondo, non può e non dev’essere un alibi per l’indolenza con cui la classe politica europea assiste a quanto avviene in Palestina. Mentre nei confronti della guerra in Ucraina l’Unione Europea (UE) si è mobilitata senza indugi, sfornando migliaia di sanzioni contro la Federazione russa, Israele continua indisturbato la sua opera di violenta pulizia etnica e di flagrante violazione del diritto internazionale e di quello umanitario, senza che l’UE avanzi una sola proposta di una qualche norma sanzionatoria seria nei suoi confronti.
Di fronte a tale scandalosa omissione alcuni paesi, membri e non dell’ UE, hanno preso sovranamente iniziative concrete contro Israele riconoscendo lo stato di Palestina. Tra questi c’è pure la Slovenia il cui governo, anche grazie ad una notevole mobilitazione della
società civile, ha preso alcune decisioni politiche e diplomatiche importanti anche se con minime conseguenze per Israele; il riconoscimento della Palestina, l’embargo al commercio e transito di armi da e verso Israele dal suo territorio e un appoggio politico all’Autorità palestinese.
La società civile solidale con le vittime del genocidio sta da tempo richiedendo che la Slovenia aderisca, con un sostegno attivo, alla causa avanzata dal Sudafrica nei confronti di Israele per il suo modello di condotta genocida presso la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ). Nel corso della visita della ministra degli esteri palestinese Varsen Agabekjan Šahin a Lubiana, l’omologa slovena Tanja Fajon ha fatto propria tale proposta, annunciando di volerla presentare in sede di governo.
Siamo convinti che si tratta di un passo particolarmente significativo e ne cogliamo l’occasione per lanciare da Nova Gorica/Gorizia un ulteriore appello sia al governo sloveno che a quello italiano, affinché i due stati vicini aderiscano all’iniziativa del Sudafrica senza indugi.
Richiediamo inoltre:
Un deciso sostegno e aiuto dei governi europei agli equipaggi della Global Sumut Flotilla, minacciati e già colpiti da droni nelle acque della Tunisia.
Sull’esempio del governo spagnolo, i paesi dell’ UE devono offrire ai partecipanti dell’azione umanitaria aiuto diplomatico e legale.
Purtroppo la Commissione europea ha deciso di non sostenere la GSF e criticarla in quanto fattore di »escalation«. Se la flottiglia dovesse essere abbordata dall’ IDF israeliano in acque internazionali, l’ UE dovrebbe reagire mobilitando le proprie unità delle marine in difesa dei tanti cittadini europei vittime del terrorismo israeliano.
Pieno sostegno alla vicepresidente della Commissione Europea, la spagnola Teresa Ribera, che ha pubblicamente denunciato il genocidio in corso a Gaza, ma è stata immediatamente isolata e smentita dal portavoce della commissione che ha precisato che la dichiarazione di Ribera è solo un’opinione personale e non esprime la posizione della CE.
Una dura condanna degli indiscriminati attacchi israeliani in flagrante violazione con la Carta delle NU a stati sovrani; Yemen, Qatar, Siria, Libano, Iran.
Sanzioni per Israele pari a quelle già applicate alla Federazione Russa. Si ponga il veto a qualsiasi nuovo pacchetto di sanzioni dell’ UE verso paesi terzi, fintanto che non verranno applicate anche ad Israele.
Il divieto immediato in termini assoluti di ogni commercio e transito di carattere direttamente o indirettamente militare con Israele.
Chiediamo altresì ai due Governi di adoperarsi fermamente in tutte le sedi dell’ UE per l’ immediata sospensione dell’ Accordo di associazione con Israele – per la violazione dell’articolo 2 che stabilisce come “elemento essenziale” il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici da parte di entrambe le parti. Israele con ogni evidenza al momento non ottempera a tale obbligo. Ne ha preso atto, anche se solo timidamente, la stessa Commissione Europea.
La Norvegia ha deciso, per motivi etici, la revoca degli investimenti del proprio Fondo nazionale sovrano in quelle società israeliane e di altri paesi che partecipano e sostengono il genocidio in atto. Un’ immediata azione in tal senso dell’ UE, primo partner commerciale di Israele, appare essenziale per fermare in tempi brevi il massacro della popolazione civile palestinese.
Infine esprimiamo il nostro pieno appoggio e solidarietà alla flottiglia umanitaria Global Sumud Flotilla che in questi giorni naviga nel Mediterraneo per superare il blocco israeliano di Gaza e portare viveri e beni di prima necessità alla stremata popolazione della striscia.