10 settembre: un movimento sociale non è mai scritto prima, ma gli appelli alla mobilitazione di luglio e agosto sono stati rispettati.
Il movimento nato in risposta alle proposte di bilancio dell’ex Primo Ministro François Bayrou si è già manifestato nella regione di Parigi, a Montpellier, a Clermont-Ferrand, a Grenoble, La Rochelle, a Tolosa, a Rennes, a Strasburgo, a Marsiglia.
Alle 10 del 10 settembre mattina la Gendarmerie Nationale ha contato 154 azioni e 4.000 manifestant* (sicuramente, almeno, dieci volte di più) ed effettuato oltre 100 identificazioni.
Sophie Binet, segretaria nazionale della CGT, ha segnalato ben 715 scioperi in corso.
In Bretagna le mobilitazioni sono considerate le più radicali con un bus incendiato che blocca la tangenziale di Rennes. A Parigi, la tangenziale e i suoi accessi sono bloccati in più punti: tanti licei sono “bloccati”; sabotaggi nei trasporti e grande raduno alle 11 davanti alla Gare du Nord. A Marsiglia, tante azioni simultanee, fra cui il picchetto davanti a un fabbricante di componenti di armamenti accusato di rifornire Israele. A Lione, tensioni tra polizia e manifestant*. La prefettura del Rodano ha annunciato di aver disperso i gruppi dei blocchi: una manifestazione partirà alle 12. A Tolosa numerose mobilitazioni bloccano la circolazione dei treni e un incendio blocca la linea Tolosa-Auch. Vicino a Douai, l’accesso a un deposito Amazon è bloccato. A Caen il viadotto di Cadix è bloccato da quattro ore.
Con un vocabolario marziale, la prefettura del Rodano ha annunciato d’aver ripreso uno a uno i blocchi stradali installati dai manifestant*.
Student* erano presenti anche nei blocchi stradali in collera di fronte all’aumento dei costi d’iscrizione – in particolare per gli studenti stranieri – e contro l’inazione del governo di fronte al genocidio in Palestina: “Siamo qui anche se Macron non vuole”.
La nomina di Sébastien Lecornu, come nuovo capo del governo ha suscitato ancora più indignazione. Il Paese resterà ingovernabile e la debolezza del governo farà crescere ancora di più la collera del popolo.
Questo nuovo primo ministro è totalmente ridicolo: rappresenta l’apertura delle porte all’estrema destra.
Macron non ascolta il popolo, non ascolta nulla. Non vuole mollare. La sinistra aveva vinto e lui rimette la destra al potere. Comunque durerà al massimo tre mesi, come gli altri.
(vedi qui alcuni video della rivolta: shorts/Jw8 , hshorts/n8qn, watch?v=0X8p5pcs3wc)
Per ulteriori approfondimenti leggi sotto il dossier originale 10 settembre di Mediapart