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Fermi e deportazioni al Cairo contro gli attivisti internazionali per la Palestina

Da ieri sera i membri delle delegazioni olandese, canadese, italiana, spagnola e francese che si stanno recando al Cairo per la marcia verso Gaza sono stati fermati all’aeroporto; non tutti, per la verità, ma molti sì.

Gli è stato ritirato il passaporto e il cellulare e sono stati collocati in stanze senza poter andare in bagno, nonostante nei mesi scorsi la diplomazia egiziana avesse dimostrato una sensibilità e una timida apertura rispetto a questa Global March partita dal basso e dalla società civile.

Nei vari gruppi delle diverse regioni abbiamo contezza di persone che sono bloccate, addirittura di altre che sono state prelevate con pullman della polizia e dell’esercito dagli alberghi; pochi minuti fa una persona  del gruppo di Roma che stava partendo ha cercato di prenotare un albergo e gli è apparsa la dicitura: “The hotel is closed right now from the governement”. Insomma, non si possono prenotare neanche gli hotel.

Inoltre poco fa altri membri della delegazione italiana  in partenza all’aeroporto di Malpensa hanno ricevuto dalla Farnesina un sms di emergenza, dove si informa che sono in atto rimpatri e fermi all’aeroporto del Cairo.

Questa è la situazione; del resto, l’Egitto non è un Paese democratico e non può diventarlo  solo in funzione della solidarietà ai palestinesi.

Probabilmente la pressione di Israele ha avuto questi effetti deleteri.

Pochi minuti fa mi sono anche arrivati dei messaggi dei ragazzi di piazza Palestina partiti ieri da Torino, che sono tuttora bloccati all’aeroporto del Cairo, a cui ho inviato i contatti con i legali italiani ed egiziani.

Questa è attualmente la situazione dall’ Egitto. Seguiranno aggiornamenti.

Manfredo Pavoni Gay

Redazione Italia

Fonte
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