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Immobili in affitto sempre più piccoli e a prezzi sempre maggiori

I canoni di affitto crescono ancora del 6,6% annuo e la superficie media scende da 85 a 80 mq, mentre il canone medio è salito a 1.020 €/mese. Le differenze territoriali risultano marcate, nel Centro i canoni crescono più rapidamente e l’accessibilità è ai minimi storici per le famiglie bi-reddito. Per le famiglie mono-reddito l’accessibilità continua a peggiorare, mentre in alcuni grandi centri (Napoli e Bologna) si intravedono segnali di miglioramento. Sono gli ultimi dati resi disponibili da Immobiliare.it Insights. Dati che confermano che sempre meno persone possono permettersi gli immobili in offerta in affitto sul mercato, il che pone un freno all’aumento del canone che i proprietari possono richiedere.

“Oggi, sottolinea Immobiliare.it, il costo medio di un affitto mensile in Italia è di 1.020€, con una superficie abitativa media di circa 80 mq. Confrontando i valori con l’inizio del 2024, il canone medio è aumentato del 6,4%, mentre la superficie media è diminuita in misura simile, passando da circa 85 mq agli attuali 80. Questo significa che le case in affitto sono mediamente più piccole e più costose rispetto all’anno scorso. Il quadro che ne emerge è quello di un mercato degli affitti che, pur mostrando alcuni segnali favorevoli per gli inquilini, continua a essere segnato da prezzi elevati e da una crescente difficoltà di accesso, soprattutto per le fasce di popolazione a reddito medio-basso. Trovare soluzioni abitative adeguate e sostenibili resta quindi ancora complesso”.

L’aumento dei prezzi in tutte le aree del Paese ha comportato una riduzione dell’accessibilità agli affitti, sia per i singoli che per le coppie. L’area meno accessibile per le coppie risulta essere il Centro, dove una famiglia di due persone può permettersi meno della metà delle abitazioni disponibili in affitto. È proprio il Centro a registrare anche il peggioramento più marcato nell’ultimo anno, con un calo di 6,2 punti percentuali nella quota di abitazioni accessibili alle famiglie bi-reddito. Al contrario, le Isole rappresentano l’area con la maggiore accessibilità: qui, una coppia è in grado di sostenere agevolmente il canone del 68% delle soluzioni presenti sul mercato.

In tutte le 12 grandi città italiane il canone unitario medio cresce comunque rispetto all’anno scorso, mentre Milano, in linea con il 1° trimestre 2025, continua a registrare leggere diminuzioni: -0,9%. Nelle città di Palermo, Catania, Torino, Roma, Genova, Bari e Venezia si sono registrare variazioni superiori alla media italiana, con le ultime 4 che hanno registrato variazioni superiori al 10%. Milano, Firenze e Roma restano in cima alla classifica per i canoni unitari più elevati, mentre Palermo, Catania e Genova chiudono la graduatoria, nonostante gli aumenti significativi registrati negli ultimi trimestri.

Tra le tre città che Immobiliare.it mette sul podio, Roma è l’unica a mostrare un tasso di crescita ancora in aumento, anche se nell’ultimo periodo il tasso subisce una lieve flessione. A differenza della capitale, Milano ha iniziato a rallentare già dalla fine del 2023, fino a registrare variazioni negative dall’inizio del 2025. Firenze mostra una dinamica simile a quella milanese: i canoni continuano a crescere, ma con un ritmo sempre più contenuto a partire dal 2024.

E secondo le previsioni di Immobiliare.it Insights, nel corso del prossimo anno il canone unitario medio in Italia continuerà a crescere a un ritmo sostenuto, con un aumento dell’8,4% rispetto ai valori attuali. Si tratta di una variazione percentuale superiore a quella attesa nei grandi comuni, dove i canoni continueranno sì ad aumentare, ma con tassi inferiori alla media nazionale. Tra le città, la crescita più marcata è prevista a Palermo, con un incremento dell’8,0%, che porterà il canone a 9,9 €/mq. Al contrario, Verona registrerà la crescita più contenuta: da 12,2 €/mq attuali a 12,6 €/mq nel secondo trimestre del 2026, pari a un aumento del 3,0%.
L’Unione Degli Universitari – UDU commenta con amarezza e rabbia questi dati: “L’ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights conferma ciò che l’UDU denuncia da anni: il caro affitti per gli studenti universitari è fuori controllo. Nel 2025, a fronte di una domanda stabile, i prezzi delle camere singole sono passati da una media di 461€ a 613€ in un anno: +152 euro al mese, frutto di pura speculazione resa possibile dall’assenza di politiche abitative. Il Governo ha sprecato i fondi del PNRR in studentati privati di lusso, inutili per la maggior parte degli studenti. Lo avevamo detto: è tutto sbagliato. Intanto il Ministro Salvini ignora l’emergenza e si concentra sul Ponte sullo Stretto, mentre le città universitarie affondano sotto il peso degli affitti.”

Qui per approfondire i dati di Immobiliare.it Insights: https://www.immobiliare.it/news/osservatorio-immobiliare/report-immobiliari/lofferta-di-affitti-continua-ad-aumentare-i-canoni-crescono-66-annuo-ma-meno-degli-anni-precedenti-384477/.

Giovanni Caprio

Fonte
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