A Burlington, Vermont, il giudice federale Geoffrey Crawford ha ordinato il rilascio immediato di Mohsen Mahdawi, studente della Columbia University arrestato e minacciato di espulsione dagli Stati Uniti per la sua partecipazione alle proteste dell’anno scorso contro il genocidio a Gaza.
Nella sentenza di rilascio di Mahdawi, il giudice federale ha contestato le affermazioni del segretario di Stato Marco Rubio, secondo cui lo studente rappresentava un pericolo per la sicurezza nazionale e per la politica estera degli Stati Uniti.
“Lo dico forte e chiaro al presidente Trump e al suo governo: non ho paura di voi” ha dichiarato Mahdawi fuori dal tribunale federale poco dopo il suo rilascio. In precedenza, parlando dalla prigione del Vermont in cui era stato rinchiuso, aveva affermato: “L’ingiustizia che il movimento contro la guerra sta affrontando è collegata all’ingiustizia che il popolo palestinese sta vivendo. Stiamo parlando di 55.000 morti. Vediamo bambini uccisi, amputati, orfani, senza casa. E’ questo che ci muove”.
Nato e cresciuto in un campo profughi nella Cisgiordania occupata, Mahdavi era in possesso di un permesso di residenza permanente negli Stati Uniti ed era stato arrestato il 14 aprile durante un colloquio per la naturalizzazione. La sua vicenda fa parte di un’ondata di arresti e persecuzione degli studenti distintisi nelle proteste per i crimini di Israele a Gaza che l’anno scorso avevano coinvolto centinaia di università negli Stati Uniti e nel mondo. Altri casi simili riguardano Mahmoud Khalil, laureato alla Columbia University e detenuto illegalmente per le sue idee politiche, nonostante un giudice federale del New Jersey abbia respinto i tentativi dell’amministrazione Trump di chiudere il caso e Rümeysa Öztürk, dottoranda della Tufts University, tuttora trattenuta in un centro di detenzione dell’ICE in Louisiana. Una corte d’appello federale ha infatti sospeso il suo trasferimento nel Vermont, ordinato da un giudice federale.
Fonti:
Il Manifesto
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