Grandissimo intervento del Cardinale e Arcivescovo di Napoli: Domenico Battaglia su Gaza e contro tutte le guerre: “E voi che sprofondate nelle poltrone rosse dei parlamenti, abbandonate dossier e grafici: attraversate, anche solo per un’ora, i corridoi spenti di un ospedale bombardato; odorate il gasolio dell’ultimo generatore; ascoltate il bip solitario di un respiratore sospeso tra vita e silenzio, e poi sussurrate – se ci riuscite – la locuzione «obiettivi strategici»”.
L’Onu nel frattempo prende le distanze dai piani di Israele di deportare la popolazione di Gaza. Il portavoce dell’UNR-A ha affermato: “Non parteciperemo ad alcun progetto volto a costringere i residenti di Gaza a sfollare. I progetti israeliani mirano a deportare i palestinesi, non semplicemente a trasferirli nella Striscia meridionale di Gaza. L’Agenzia non parteciperà ad alcun progetto volto a deportare coercitivamente i palestinesi al di fuori della Striscia.”
Poi è entrato nel merito dei piani israeliani smascherando l’operazione criminale in corso: “Se l’esercito di occupazione insiste nel mantenere le tende a Rafah, sta spianando la strada al progetto della cosiddetta ‘città umanitaria’. Israele cerca di limitare gli sforzi umanitari e di costringere le agenzie delle Nazioni Unite a operare attraverso tale visione israeliana restrittiva. Non supervisioneremo alcuna area istituita dall’esercito di occupazione come preludio alla deportazione degli abitanti palestinesi di Gaza”.
In Israele intanto è in corso, oggi domenica, una grande mobilitazione in oltre 350 località per contestare la politica attendista di Netanyahu nella trattativa per lo scambio di prigionieri. Uno sciopero generale per chiedere la firma di un cessate il fuoco a Gaza e riportare a casa gli ostaggi.
In Italia, i sanitari prendono una chiara posizione contro il genocidio.
“Il nostro obiettivo, come Sanitari per Gaza, è far prendere posizione a tutte le Istituzioni contro il genocidio in corso e boicottarne ogni forma di complicità. Perché fermi il genocidio, Israele dovrà percepire l’isolamento e la pressione politica ed economica da parte della comunità internazionale”.
Migliaia di iniziative locali vengono organizzate per chiedere il blocco dell’esportazione di armi in Israele e la fine del blocco degli aiuti umanitari a Gaza.