
Quando si parla di sicurezza nazionale, le scelte tecnologiche diventano strategiche quanto quelle militari. Nessun Paese può affidare i propri sistemi di difesa a software proprietario sviluppato da aziende estere, spesso legate a interessi geopolitici differenti. È per questo che molti ministeri della Difesa nel mondo hanno scelto il Software Libero — e in particolare Linux — come base dei propri sistemi critici.
Linux come scelta strategica
Le caratteristiche che rendono Linux adatto agli ambienti di difesa sono chiare:
Trasparenza del codice: permette di verificare l’assenza di backdoor e vulnerabilità nascoste.
Sicurezza: la comunità open source corregge rapidamente bug ed exploit, garantendo maggiore affidabilità.
Adattabilità: Linux può essere personalizzato per sistemi radar, droni, sottomarini o reti di comando e controllo.
Indipendenza: nessun vincolo verso fornitori unici, né costi di licenza.
Esperienze internazionali
Stati Uniti: il Dipartimento della Difesa utilizza distribuzioni Linux in vari settori. Il sistema operativo Red Hat Enterprise Linux è certificato per usi governativi, mentre Linux è alla base di supercomputer e infrastrutture militari.
Russia: ha sviluppato una propria distribuzione, Astra Linux, utilizzata da forze armate e pubblica amministrazione, considerata sicura e certificata a livello nazionale.
Cina: ha creato sistemi Linux proprietari per ridurre la dipendenza da software straniero, con distribuzioni dedicate alla sicurezza informatica e al settore militare.
Germania: le forze armate tedesche hanno adottato Linux per diversi sistemi di comando, controllo e sicurezza delle comunicazioni.
L’esperienza italiana
Anche in Italia, il Ministero della Difesa ha compreso l’importanza strategica del Software Libero. Dal 2012 è in corso un processo di adozione di Linux in vari ambiti:
Infrastrutture informatiche interne: l’adozione di software libero riduce i costi e migliora la sicurezza delle reti militari.
Progetto LibreDifesa: avviato nel 2015, ha portato alla sostituzione progressiva di software proprietario con soluzioni libere (ad esempio LibreOffice) su migliaia di postazioni.
Distribuzione interna basata su Linux: sperimentata per garantire maggiore controllo sul codice e indipendenza tecnologica.
L’Italia, pur tra difficoltà burocratiche e lentezze tipiche della Pubblica Amministrazione, ha dimostrato di voler seguire la strada intrapresa da altri Paesi: meno licenze costose, più autonomia e maggiore sicurezza.
Dalla sicurezza militare alla sicurezza digitale quotidiana
Queste scelte dimostrano un principio universale: controllare il software significa controllare la propria indipendenza.
Se vale per un ministero della Difesa, vale anche per un cittadino, un’associazione, una comunità. Usare strumenti liberi non è solo un fatto tecnico: è un atto di sovranità digitale.
Dai droni al desktop, dai radar ai documenti interni, Linux si rivela la scelta più affidabile quando si parla di sicurezza.
Le esperienze di Stati Uniti, Russia, Cina, Germania e Italia lo confermano: il Software Libero è ormai parte integrante della strategia di difesa globale.
E qui, a livello locale, la lezione è la stessa: se vogliamo comunità digitalmente indipendenti, dobbiamo scegliere strumenti che garantiscano trasparenza, libertà e controllo. In una parola: liberi.