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Cisgiordania: attacchi di coloni ed esercito israeliani documentati dai reporter della BBC

Un 18enne ucciso dai soldati dell’IDF dopo che i coloni hanno invaso un uliveto e appiccato roghi nei terreni coltivati dai palestinesi.

Questi sono i fatti documentati in un filmato, una serie di fotografie e la cronaca che una troupe della BBC ha inviato da Turmus Ayya, la cittadina in Cisgiordania (governatorato di Ramallah e al-Bireh) dove nel 2014 alla marcia di protesta contro l’occupazione israeliana è morto, soffocato da gas lacrimogeni e colpi delle granate stordenti, l’esponente dell’OLP e dell’Autorità Nazionale Palestinese Ziad Abu Ein.

Da due anni il centro urbano e il suo territorio rurale sono al centro dell’attenzione: scontri violenti nei primi mesi del 2023, quindi già prima del 7 ottobre di quell’anno, e successivamente, nel 2024 e nel 2025, hanno provocato numerose vittime, soprattutto tra palestinesi e anche tra gli israeliani.

Il 18 agosto scorso la troupe della BBC ha documentato l’attacco dei coloni israeliani avvenuto proprio mentre i reporter intervistavano Brahim Hamaiel nell’uliveto che lui coltiva e, prima di lui, coltivato dai suoi genitori e antenati.

Nel proprio reportage, Lucy Williamson e Morgan Gisholt Minard spiegano che, come molti altri in Cisgiordania * , il suo uliveto è bersagliato dai “coloni estremisti” convinti che “uccidere gli alberi e il bestiame palestinesi ucciderà anche l’idea di uno Stato palestinese, costringendo residenti come Brahim ad abbandonare la propria terra”.

Mentre l’agricoltore palestinese stava mostrando loro le piante a cui, nella settimana precedente, i coloni israeliani insediati in un avamposto illegale adiacente al suo terreno avevano spezzato i rami, sono sopraggiunti una dozzina di uomini con il volto coperto e che brandivano dei bastoni.

I reporter inglesi riferiscono:

« Mentre gli uomini mascherati corrono verso di noi, torniamo sulla strada e ci allontaniamo a una distanza di sicurezza.

« Nel giro di pochi minuti, alcuni vicini di Brahim provenienti dalle fattorie e dai villaggi circostanti si radunano con catapulte e pietre per affrontare gli aggressori.

« La vegetazione ai lati della strada viene incendiata e il fumo segnala il luogo dello scontro, mentre i coloni su un quad mettono in fuga una squadra di soccorso che cerca di raggiungere una fattoria in mezzo al campo.

« Questa qui è la routine: i palestinesi che vivono in questi villaggi ci hanno spiegato che attacchi alle loro terre avvengono ogni settimana, sono la tattica usata dai coloni per impossessarsi dei loro terreni, campo per campo.

« La velocità e l’estensione dell’attacco a cui abbiamo assistito sono sbalorditive.

« In poco meno di un’ora decine di coloni si sono sparpagliati sulle colline e li abbiamo visti irrompere in un edificio isolato e dar fuoco a veicoli e case.

« Mentre il pendio alle loro spalle si incendiava e da più punti si levava fumo, i pastori sulla cresta più lontana hanno portato via di corsa le greggi.

« Intanto, i palestinesi che arrivavano da tutta la zona per aiutare i propri vicini hanno trovato la strada bloccata dall’esercito israeliano.

« Nel frattempo l’attacco continuava. 

« Venivamo informati che un palestinese era stato picchiato dai coloni e poi i militari ci hanno riferito che da entrambe le parti erano state lanciate pietre, che i palestinesi avevano bruciato dei pneumatici e che quattro civili israeliani avevano ricevuto cure mediche.

« Al posto di blocco abbiamo incontrato Rifa Said Hamail, il cui marito era intrappolato nella loro fattoria attigua all’uliveto di Brahim e da ore circondata dai coloni.

« L’esercito non la lasciava passare e in seguito abbiamo appreso che i coloni avevano incendiato parte della proprietà e che il marito di Rifa era stato colpito con delle pietre e aveva riportato tagli al viso e alla gamba.

« Per tutto il tempo non siamo riusciti a parlare con nessuno dei coloni coinvolti nell’attacco a cui avevamo assistito.

« Invece uno dei volontari delle ambulanze intervenuti ci ha riferito che l’esercito israeliano aveva impedito loro di raggiungere il luogo in cui erano avvenuti gli scontri: “Stavamo andando per cercare di soccorrere dei giovani quando è arrivato l’esercito, che ci ha suonato il clacson e ci ha detto di andarcene. Siamo volontari protetti da giubbotti antiproiettile. Non siamo qui per attaccare o fare del male ai coloni. Vogliamo spegnere gli incendi e curare i feriti. Ma loro [i militari] ci fermano e ci ostacolano”.

« Poco dopo abbiamo appreso che il 18enne Hamdan Abu-Elaya era stato ucciso dai colpi sparati dalle truppe israeliane nel villaggio di al-Mughayyir, a poche miglia dal terreno di Brahim.

« Sua madre ci ha spiegato che era andato a vedere i fuochi accesi dai coloni lì vicino. 

« Abbiamo chiesto ai militari israeliani cosa fosse successo e loro ci hanno riferito che i “terroristi” avevano lanciato pietre e molotov contro le truppe e i soldati avevano “risposto con il fuoco per allontanare la minaccia”.

« La settimana scorsa il ministro delle finanze israeliano ed esponente dell’estrema destra Bezalel Smotrich aveva riaffermato l’intenzione di “seppellire l’idea di uno Stato palestinese” annunciando la costruzione di migliaia di nuove unità abitative in un’area di insediamenti della Cisgiordania meridionale. 

« Le Nazioni Unite riferiscono che da gennaio a giugno di quest’anno in Cisgiordania 149 palestinesi sono stati uccisi da coloni o soldati israeliani e 9 israeliani negli scontri con palestinesi. L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari ha rilevato che tra il 5 e l’11 agosto  sono avvenuti almeno 27 attacchi di coloni israeliani contro i palestinesi, 18 famiglie sono state allontanate dalle loro abitazioni e vittime e danni alle proprietà o entrambi sono stati accertati in una 20ina di comunità».

Il video, le foto e la cronaca dei fatti accaduti il 18 agosto 2025 nei dintorni di Turmus Ayya sono pubblicati nella pagina online sul sito della BBC  intitolata BBC witnesses Israeli settlers’ attack on Palestinian farm in West Bank.

* Invasioni ed espropriazioni dei pascoli e dei terreni agricoli, in particolare degli uliveti, coltivati dai palestinesi in Cisgiordania recentemente sono state denunciate anche dai parroci di Taybeh.

Maddalena Brunasti

Fonte
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