“I medici non possono fermare il genocidio, ma i leader mondiali sì”, è la nuova campagna internazionale di Medici Senza Frontiere (MSF) rivolta a tutti i capi di governo dei Paesi in cui l’organizzazione è presente. In Italia, MSF chiede al governo Meloni di usare tutti gli strumenti politici, diplomatici ed economici soprattutto in vista dell’High level week dell’ottantesima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu.
“A Gaza non solo è in corso una catastrofe umanitaria, ma anche la distruzione sistematica di un popolo. Israele sta commettendo un genocidio a Gaza contro i palestinesi” dichiara Stefano Di Carlo, direttore generale di MSF in Italia. “Con la loro inazione, il loro silenzio o il loro sostegno diretto alle autorità israeliane, i governi di tutto il mondo, Italia compresa, sono complici di questo genocidio. Hanno l’obbligo morale e legale di reagire, utilizzando ogni strumento politico, diplomatico ed economico a loro disposizione per fermare queste atrocità”.
MSF chiede agli Stati di usare urgentemente la loro influenza per:
- Fermare il genocidio contro i palestinesi a Gaza
- Fermare la pulizia etnica e lo sfollamento forzato
- Garantire un cessate il fuoco immediato e duraturo
- Revocare l’assedio e consentire la consegna immediata e senza ostacoli di aiuti umanitari indipendenti su larga scala
- Fermare gli attacchi alle strutture mediche e agli operatori sanitari
- Smantellare la Gaza Humanitarian Foundation
- Consentire l’evacuazione medica di coloro che necessitano di cure urgenti
- Fermare i trasferimenti di armi che uccidono e mutilano le persone
I 1.118 operatori e operatrici umanitari di MSF che lavorano a Gaza non possono fermare questo genocidio, ma i leader mondiali possono farlo, se solo decidessero di agire.
Stop al genocidio
Più di 64.000 persone sono state uccise, tra cui 20.000 bambini, secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute. Il bilancio è probabilmente molto più alto, considerando che molte altre persone potrebbero essere rimaste intrappolate sotto le macerie.
Non c’è nessun luogo sicuro a Gaza. Anche se le strutture sanitarie dovrebbero essere protette, gli ospedali sono stati bombardati e le strutture mediche sono state saccheggiate, mettendo in pericolo la vita di personale e pazienti. Oggi nessun ospedale a Gaza è pienamente funzionante. Quelli che rimangono parzialmente operativi sono sovraffollati e gravemente carenti di forniture salvavita.
Sono stati uccisi 12 operatori di MSF dall’inizio del conflitto e il chirurgo ortopedico di MSF, il dott. Mohammed Obeid, è detenuto da Israele da ottobre 2024. In totale a Gaza sono stati uccisi più di 1.500 operatori sanitari. Una perdita enorme per le loro famiglie e per il sistema sanitario di Gaza.
Le autorità israeliane stanno soffocando Gaza attraverso un assedio totale che impedisce deliberatamente alla popolazione di accedere a carburante, cibo, acqua e forniture mediche. La carestia è già stata dichiarata nel governatorato di Gaza e le persone stanno morendo di fame. I pochi aiuti alimentari concessi dalle autorità israeliane sono stati crudelmente utilizzati come arma. La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), gestita da Israele e finanziata dagli Stati Uniti, è responsabile della morte di 1.400 persone e del ferimento di altre 4.000.
La mancanza di acqua potabile sta causando ulteriori sofferenze e malattie. Solo lo scorso mese, i team di MSF hanno curato 4.000 casi di diarrea, una condizione potenzialmente fatale per i bambini già indeboliti dalla malnutrizione. MSF viene regolarmente ostacolata dalle autorità israeliane nel portare attrezzature per la desalinizzazione e altre forniture che potrebbero aumentare l’accesso all’acqua potabile.