Gazebo autorizzato: “Staffetta digiunanti per Gaza, Vicenza” presente alla Fiera dell’oro e dei diamanti di Vicenza da venerdì 4 settembre sino a lunedì 8 settembre compresi.
In questi giorni di fiera abbiamo riscontrato tanti consensi. Molte persone sono venute a complimentarsi, a stringerci le mani, a chiedere di fotografare il gazebo oppure a farsi fotografare. Abbiamo raccolto diversi soldi destinati a Freedom Flotilla Italia, parlato, condiviso, esposto locandine, volantini etc.
Per contro siamo state insultate, ci hanno sputato addosso, ci è stato augurato di venire stuprate, hanno strappato locandine, sono venuti in cinque per spaccare il gazebo e picchiarci e sono dovute intervenire due volanti della polizia per fermarli.
Abbiamo visto e percepito molta solidarietà da parte degli espositori e abbiamo visto e percepito profondo odio da parte dei sionisti che si sono sempre identificati con frasi del tipo “Bibi is the king”, “We will kill all palestinians and then we will come for you” , “I am the genocide” (la frase più ricorrente). Hanno mandato una persona grande e grossa per venire a spaccare tutto … ma la Digos è intervenuta e uno degli agenti è stato aggredito verbalmente pure lui.
Centinaia di visitatori ed espositori della fiera hanno assistito a queste scene ed hanno potuto trarre le loro conclusioni come le abbiamo tratte noi.
Non si tratta solo della gomma tagliata a una delle auto delle digiunanti, che è stato il primo e più evidente gesto intimidatorio. Non volevano che fossimo li. Non volevano che difendessimo la Palestina. Non sopportavano la vista di una grande bandiera palestinese che sventolava libera e fiera.
Il nostro digiuno, il nostro silenzio, il nostro non reagire alle loro continue e incessanti provocazioni e ai loro insulti li ha fatti impazzire ancora di più dalla rabbia, perché non avevano motivi per appellarsi alla rimozione del gazebo, pertanto lo volevano distruggere con le loro stesse mani.
Possiamo chiudere gli occhi su questo?
Possiamo fingere di non vedere?
La domanda che mi sono fatta ieri sera prima di dormire è stata: ”Se la loro rabbia in fiera era così grande da non riuscire a contenerla nemmeno dinanzi alle volanti della polizia, se la loro arroganza era così grande da sputarci addosso, da insultarci, da tentare di schiaffeggiarci, da augurarci il male e la morte dinanzi a centinaia di spettatori, espositori e poliziotti … possiamo immaginare, riusciamo ad immaginare cosa fanno a Gaza, in tutta la Palestina, in Libano, in Siria, nello Yemen, a Betlemme, Gerusalemme, Jenin, Ramallah, Nablus, Massafer Yatta, Al Khalil, alle donne, agli uomini e ai bambini, agli ulivi, alle scuole e alle università … dietro al muro che hanno costruito anche per tenere all’oscuro testimoni e giornalisti?
Forse non abbiamo ancora capito l’intensità della loro rabbia e del loro odio. Sarebbe stato utile venire in fiera e “sentire” con l’anima e da vicino il significato della parola “odio”.
Il sionismo è questo. La gomma tagliata è solo un micro evento rispetto al macro di 4 giorni di fiera.
Lunga vita alla Palestina libera.
Lunga vita alla libertà.
Lunga vita alla giustizia.
Lunga vita alla verità.
Collettivo Staffetta Digiunanti per Gaza, Vicenza
Nei giorni precedenti era avvenuto l’atto vandalico contro l’auto di uno degli organizzatori. Ecco i particolari:
Atto vandalico e vigliacco oggi alla Fiera dell’oro e dei diamanti di Vicenz ai danni di uno degli organizzatori del presidio di denuncia del genocidio in atto in Palestina. Durante questa fiera un’attivista che con coraggio e pacatezza stava nel gazebo con il materiale informativo in solidarietà al popolo palestinese è stata oggetto di un gesto vile e codardo. Non si è trattato di un gesto casuale, ma di un’intimidazione politica. Le è stata squarciata con un grosso coltello la gomma dell’ auto e questo è inaccettabile, perché in uno Stato che si dice democratico non possiamo tollerare che chi si impegna per i diritti umani venga minacciato o danneggiato per le sue idee.
Difendere la Palestina non è un crimine, è un atto di coscienza, è una presa di posizione contro l’oppressione, contro la pulizia etnica e contro l’apartheid. A chi ha squarciato quella gomma, forse pensando di spegnere un messaggio scomodo diciamo questo: “Non ci fate paura e per ogni gomma squarciata ci saranno cento nuovi volantini, mille nuove voci e un popolo sempre più consapevole”. È intervenuta la Digos per prendere visione dell’accaduto e aprire un’indagine sul fatto. Confidando in questa autorità, speriamo che il colpevole o i colpevoli vengano identificati e garantiti alla giustizia. Perché oggi è toccato a lei, ma domani potrebbe toccare a chiunque e sperando che siano solo gomme.
Collettivo Montecchio Maggiore per Gaza