Salta al contenuto principale

La Peace School Mario Paciolla aprirà i battenti a Napoli il prossimo 8 ottobre

Il mondo della pace si riunisce a Napoli per ricordare Mario Paciolla. L’8 ottobre inizia la prima Peace School per orientare i giovani verso le professioni della pace.

Il nostro XVI Festival (2024), col suo titolo “Costruiamo una cultura di pace” ci ha lasciato un’eredità molto pesante, un obbligo morale che non scompare con il sipario dell’ultima giornata di cinema. Avevamo promesso (a noi stessi, ma soprattutto alla famiglia e agli amici di Mario Paciolla) di dare un esempio di impegno concreto per ottenere finalmente un po’ di chiarezza per una delle vittime più dimenticate dalla giustizia italiana, un operatore di pace, caduto sul lavoro in Colombia, un caso ipocritamente archiviato come suicidio. E avevamo altresì annunciato di voler contribuire, con i nostri mezzi limitati, a spiegare che la Pace non si accontenta del silenzio delle armi, ma vive soprattutto nell’impegno quotidiano e incessante di chi ha scelto di farne una scelta di vita.

Per questo, insieme con l’Università L’Orientale di Napoli, già straordinario partner del Festival del Cinema dei Diritti Umani, abbiamo voluto esprimere la nostra convinzione di dover generare una nuova “Cultura di Pace”, adeguata ai tempi che viviamo, immaginando un evento multiforme, complesso e pur semplice da fruire, in cui le giovani generazioni potessero incontrare alcuni dei principali attori della solidarietà internazionale, con cui dialogare, per capire cosa vuol dire fare della Pace il proprio lavoro e non solo l’impegno di un giorno. Così è nata la Peace School Mario Paciolla, che aprirà i battenti il prossimo 8 ottobre a Napoli e, per 4 giorni intensissimi, parlerà ai giovani universitari con la voce dei protagonisti per promuovere il lavoro di pace.

Spiegare che “la pace è anche un lavoro” è stato il primo obiettivo che ci siamo dati, perché questa semplice affermazione non viene pronunciata né dai nostri insegnanti, nelle scuole o nelle università, ma neppure nei luoghi della fede, del tempo libero e della semplice quotidianità. Ne parlano solo gli “addetti ai lavori” nei circuiti riservati agli esperti e una parte preziosa della nostra storia, legata alle decisioni che seguirono la fine del secondo conflitto mondiale, resta ignota ai più. Settori operativi come la Cooperazione Internazionale e le Organizzazioni non Governative, ma soprattutto i progetti delle Agenzie dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, appaiono come spazi estranei al mercato del lavoro e nell’immaginario collettivo sono assimilati a luoghi accessibili a soli privilegiati, mentre il fabbisogno di nuove figure professionali (gli operatori di pace, appunto), rimane spesso insoddisfatto e straordinarie occasioni di crescita professionale restano ignote ai più.

Gli eventi drammatici degli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino alle guerre e al deflagrare del neocolonialismo genocida in Medio Oriente, hanno mostrato che l’idea che abbiamo dello sviluppo e del benessere è sempre più legata alla competizione più esasperata e all’approvvigionamento di materie prime ed energia a spese dei Paesi più deboli. A questa spietata aggressività si collegano ideologie violente ed esclusive, talvolta mascherate da teorie messianiche, che sembravano sepolte con il secolo breve. Il ritorno della forza come metodo per dirimere le controversie internazionali è ormai un esito costante e obbligato. La stessa Costituzione Italiana sembra finita in soffitta, messa da parte dall’incedere di un’insistente indifferenza delle nostre istituzioni e dei loro rappresentanti verso le continue violazioni dei diritti fondamentali.

E’ tempo di proporre lo sviluppo umano come orizzonte del nuovo mondo, ma di questi concetti pochi sanno parlare e la pace e l’ambiente sono vittime dei programmi di sviluppo economici e industriali che stanno distruggendo il pianeta e la specie umana. Un muro di silenzio circonda il pensiero critico, confinato in poche università messe all’indice, rigorosamente esiliato dal suprematismo, espulso dai grandi circuiti mediatici e informativi, confuso nelle pagine dei social, criminalizzato da parole d’ordine manipolate e da fake news potenziate dall’uso indiscriminato dell’Intelligenza artificiale. L’obiettivo che si intravede dietro questo caos è quello di cancellare la speranza di vivere in pace che ogni essere umano porta naturalmente con sé e dare la sensazione che non c’è altro futuro che il riarmo e la guerra. Soltanto l’impegno della società civile può cambiare il corso degli eventi.

Noi, come Festival, abbiamo deciso di fare la nostra parte, facendo leva sul cinema-azione di cui siamo promotori da anni, il cinema che racconta storie di resistenze umane e ci spinge a riflettere e ad agire.

Per questo abbiamo costruito, con l’aiuto dell’Università Orientale, un’opportunità concreta per allargare l’orizzonte dei nostri giovani, raccontando finalmente un mondo “minore”, animato da protagonisti spesso eroicamente isolati: medici e avvocati senza frontiere, giornalisti armati di tastiere e macchine fotografiche, agenti umanitari del diritto internazionale, equipaggi di navi umanitarie che allungano le braccia nel mare in tempesta per salvare naufraghi, uomini e donne che non temono la violenza della repressione, della persecuzione e del potere, pur di dare voce a milioni di disperati.

Così è nata la Peace School Mario Paciolla, una vetrina di pensiero alternativo, di scuole di vita diverse, con la speranza che non resti un caso isolato, ma diventi un appuntamento periodico che confermi la vocazione di Napoli ad essere Capitale dei Diritti Umani, città di Pace e di Resistenza, avamposto del mondo che cambia.

Vorremmo che in pochi giorni questa piccola scuola offrisse lo spazio ad alcuni dei più importanti costruttori di pace che indicheranno le strade che portano a questi mestieri, che non hanno un albo professionale, ma possono offrire a tanti giovani una vita più consapevole e giusta, più dignitosa.

Considerato che nessuno, né a scuola né altrove, ci racconta come e perché sono nate le Nazioni Unite, cos’è la pace e come si persegue, cosa sono la Cooperazione Internazionale e il Diritto Umanitario e come si diventa operatori di pace, per un giorno o per tutta la vita, proveremo a farlo noi per dimostrare che la pace conviene, perché non arricchisce i produttori di armi, ma offre una vita dignitosa a tutti.

Ecco, è questo quello che abbiamo scelto di dire ai più giovani che vorranno iscriversi alla Peace School Mario Paciolla, perché è tempo che crolli la cortina di silenzio che avvolge queste professioni e finisca l’indifferenza, la rinuncia a lottare. La pace è anche una professione, va detto, ripetuto e ribadito nei fatti e la Peace School vuole farlo con chiarezza, senza avere la pretesa di dare attestati o nuovi titoli, ma solo una informazione chiara e trasparente sulle opportunità già disponibili.

La pace era la professione di Mario Paciolla, che ha dato la sua vita per contribuire a fermare la guerra ed è pure la missione di Francesca Albanese, rapporteur dell’ONU, straordinaria testimone che difende col suo coraggio e la sua lucida competenza il concetto di Diritto Universale. E questo dobbiamo ricordarlo a tutti, soprattutto alle istituzioni italiane.

Infine, sappiamo che la Peace School ha bisogno di tante adesioni, di volenterosi agenti di Pace che siano disposti a raccontare la propria vita e le proprie esperienze superando la coltre di silenzio che nasconde il loro lavoro, un lavoro il cui successo non si misura con il danaro, con i “passaggi” televisivi o con i posti di comando acquisiti. Non sarà facile spiegare tutto questo in pochi giorni di full immersion, ma dobbiamo provarci perché è il momento di farlo. Non c’è tempo da perdere.

La pace non può aspettare, ce lo ha insegnato Mario.

La Peace School Mario Paciolla è un corso breve che inizierà a Napoli l’8 ottobre 2025  e terminerà l’11 ottobre, ospitato dall’Istituto di Storia Patria nell’aula “G. Galasso” del Castelnuovo (Maschio Angioino), in piazza Municipio. L’organizzazione è curata dall’Università di Napoli L’Orientale e dal Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. Partner primario è l’Università della Pace delle Nazioni Unite. Sarà una vetrina di esperienze legate alle professioni di pace e orienterà 30 giovani universitari, selezionati attraverso un bando di evidenza pubblica, verso i corsi, i master, i seminari e altre forme di sensibilizzazione e qualificazione che i partner presenti offriranno nelle loro presentazioni. L’auspicio è che la Peace School possa diventare un appuntamento annuale per tutti gli operatori della solidarietà, per offrire un’immagine esemplare di Napoli e rendere omaggio al lavoro di chi dedica, ogni giorno, la propria vita alla pace.

Alle 4 giornate della prima edizione di corso hanno assicurato la loro presenza le l’Ambasciata di Svizzera, le Università di San Josè del Costa Rica (ONU), Uppsala (Svezia), Basilea (Svizzera), Padova e Federico II di Napoli, l’Associazione Assopace Palestina e il Comitato Verità e Giustizia per Mario Paciolla, le ONG Un Ponte per, Emergency, Operazione Colomba, l’Istituto Sereno Regis, le navi umanitarie SOS Mediterranee e ResQ People, le Scuole di Pace di Napoli, Monteleone e Monte Sole.

Un grazie particolare al Comune di Napoli, alla Regione Campania, all’Istituto di Storia Patria di Napoli, alla Banca Etica e a tutti coloro che sosterranno questa impresa. 

Nei prossimi giorni pubblicheremo il calendario delle attività e le regole per iscriversi alla Peace School.

Redazione Napoli

Fonte
https://www.pressenza.com/it/feed/