A maggio Israele aveva arrestato 6.000 persone in base alla sua legge sui “combattenti illegali” che consente la detenzione a tempo indeterminato senza accusa o processo, come dimostrano i dati ufficiali rilasciati dopo alcuni ricorsi legali. Di questi, però, solo un detenuto su quattro risultava identificato come combattente dall’intelligence militare israeliana. La stragrande maggioranza era costituita da civili. È quanto emerge da una inchiesta condotta dal Guardian, dalla testata israelo-palestinese +972 Magazine e dal giornale in lingua ebraica Local Call.
Tra coloro che sono stati incarcerati per lunghi periodi senza accuse né processo figurano operatori sanitari, insegnanti, funzionari pubblici, operatori dei media, scrittori, malati, disabili e bambini. Tra i casi più eclatanti ci sono quelli di una donna di 82 anni affetta da Alzheimer, incarcerata per sei settimane, e di una madre single separata dai suoi figli piccoli. Quando la madre è stata rilasciata dopo 53 giorni, ha trovato i bambini a mendicare per strada.
La base militare di Sde Teiman a un certo punto ha ospitato così tanti palestinesi malati, disabili e anziani che avevano un proprio hangar, soprannominato “il reparto geriatrico”, ha detto un soldato che vi prestava servizio: “Portavano uomini in sedia a rotelle, persone senza gambe”, ha detto. “Ho sempre pensato che la presunta scusa per arrestare i pazienti fosse che forse avevano visto gli ostaggi o qualcosa del genere”.
L'intelligence militare israeliana conserva un database di oltre 47.000 individui identificati che classifica come combattenti di Hamas e della Jihad islamica palestinese. Secondo diverse fonti dell'intelligence, i comandanti lo considerano l'informazione più accurata che Israele possiede sulle forze nemiche. Si basa su informazioni che includono file sequestrati a Hamas, aggiornati regolarmente e che includono i nomi delle nuove reclute.
Nel maggio di quest'anno il database elencava 1.450 persone in stato di detenzione, i cui fascicoli erano contrassegnati come “arrestati”: come detto, un quarto di tutti i palestinesi di Gaza detenuti nelle carceri israeliane con l'accusa di legami militanti dal 7 ottobre 2023.
Secondo le organizzazioni per i diritti umani e quanto riferito da alcuni soldati israeliani, la percentuale di civili detenuti senza accusa né processo e senza alcuna prova di legame con Hamas sarebbe ancora più alta. Quando alla fine del 2023 le foto di palestinesi spogliati e ammanettati hanno suscitato indignazione a livello internazionale, alti ufficiali avevano dichiarato ad Haaretz che “l'85-90%” di loro non era membro di Hamas.
L'esercito israeliano ha dichiarato di aver restituito a Gaza più di 2.000 detenuti civili dopo aver constatato che non avevano alcun legame con attività legate ad Hamas, testimonianza a suo dire di “un processo di revisione approfondito” delle detenzioni. Tra le persone liberate c’era Fahamiya al-Khalidi, ottantaduenne affetta da Alzheimer che è stata rapita insieme alla sua badante a Gaza City nel dicembre 2023 e detenuta in Israele per sei settimane in base alla legge sui combattenti illegali, come dimostrano i documenti della prigione. Al momento del rilascio era disorientata, non ricordava la sua età e pensava di essere ancora a Gaza, secondo un medico militare che l'ha curata nel centro di detenzione di Anatot dopo che si era ferita su una recinzione.
L'esercito israeliano ha affermato che Khalidi è stata presa di mira “sulla base di informazioni specifiche che la riguardavano personalmente”, ma l'arresto non avrebbe dovuto avere luogo. “La detenzione non era appropriata ed è stata il risultato di un errore di valutazione locale e isolato”, ha affermato l'esercito, aggiungendo che “le persone con problemi di salute o anche disabilità possono comunque essere coinvolte in attività terroristiche”.
Il medico militare che ha curato Khalidi ha detto di aver curato anche una donna che sanguinava copiosamente dopo un aborto spontaneo e una madre che allattava al seno che era stata separata dal suo bambino e gli aveva chiesto un tiralatte per evitare che il suo latte materno si prosciugasse.
Tra le persone arrestate senza una prova c’era Abeer Ghaban, 40 anni, separata dalla figlia di 10 anni e dai due figli maschi di nove e sette anni quando è stata arrestata a un posto di blocco israeliano nel dicembre 2023. Durante l'interrogatorio si è resa conto che gli agenti avevano confuso suo marito, un contadino, con un membro di Hamas che aveva lo stesso nome. Uno di loro ha ammesso il proprio errore dopo aver confrontato le fotografie, ha detto, ma lei è stata tenuta in prigione per altre sei settimane.
Oltre a radunare i civili feriti negli ospedali di Gaza e imprigionarli nei centri di detenzione israeliani, Israele ha arrestato centinaia di medici che li stavano curando. A febbraio, secondo un rapporto pubblicato da Physicians for Human Rights-Israel (PHRI), più di 100 membri del personale medico di Gaza erano ancora imprigionati come “combattenti illegali”. Il rapporto di PHRI ha raccolto anche le testimonianze di 20 medici e informatori militari che hanno descritto abusi e torture.
Naji Abbas, capo del dipartimento prigionieri di PHRI, ha affermato che le loro testimonianze hanno rivelato una prassi abituale di incarcerare le persone per mesi dopo un unico breve interrogatorio. Un chirurgo dell'ospedale Nasser di Khan Younis ha raccontato che i soldati “si sono seduti su di noi, ci hanno preso a calci con gli stivali e ci hanno picchiato con i calci dei fucili”. In un'altra testimonianza, il capo del reparto di chirurgia dell'ospedale indonesiano ha dichiarato: “Ci hanno spinto la testa nella ghiaia, ripetutamente per quattro ore, ci hanno picchiato selvaggiamente con i manganelli e ci hanno sottoposto a scariche elettriche”.
Un terzo medico ha riferito di essere stato picchiato fino a rompersi le costole, mentre un chirurgo dell'ospedale Al-Shifa ha raccontato come i detenuti venissero sottoposti a elettroshock, aggiungendo di aver sentito parlare di prigionieri morti in seguito a queste pratiche. “Mentre mi portavano al centro di interrogatorio, mi hanno detto che mi avrebbero tagliato le dita perché sono un dentista”, ha testimoniato un altro medico al PHRI.
I medici che hanno testimoniato al PHRI sono stati classificati come “combattenti illegali”. Uno di questi detenuti, il dottor Adnan Al-Bursh, primario di ortopedia dell'ospedale Al-Shifa, è morto mentre era in custodia lo scorso anno dopo essere stato arrestato nel dicembre 2023. Secondo la sua famiglia, è stato torturato a morte. Un altro, Iyad Al-Rantisi, direttore di un ospedale femminile a Gaza, è morto lo scorso anno in una struttura di interrogatorio dello Shin Bet.
“Non appena è iniziata l'ondata di arresti di massa a Gaza nell'ottobre 2023, è emersa una seria preoccupazione che molte persone non coinvolte fossero detenute senza motivo”, afferma al Guardian Tal Steiner, direttore del Comitato pubblico contro la tortura. “Questa preoccupazione è stata confermata quando abbiamo appreso che metà delle persone arrestate all'inizio della guerra sono state infine rilasciate, dimostrando che non c'era alcun motivo per la loro detenzione".
Le truppe israeliane schierate a guardia dei palestinesi spesso si opponevano al rilascio dei civili scagionati da qualsiasi legame con Hamas, ha detto un israeliano di stanza in una struttura militare. Volevano trattenerli a tempo indeterminato come leva nei negoziati per gli ostaggi. È stato questo il caso di Mohammed Abu Salmiya, direttore dell'ospedale Shifa di Gaza. Quando è stato rilasciato lo scorso anno, Simcha Rothman, presidente della commissione “Costituzione, legge e giustizia” della Knesset, si è lamentato del fatto che non fosse stato liberato “in cambio di ostaggi”.
Ad agosto, secondo i dati ottenuti da HaMoked, il servizio penitenziario israeliano deteneva un numero record di 2.662 combattenti illegali. Un numero imprecisato di altri si trova in strutture di detenzione militari. Un ufficiale israeliano che ha guidato le operazioni di arresto di massa a Khan Younis ha detto che i soldati non vedevano alcuna differenza “tra un terrorista entrato in Israele il 7 ottobre e qualcuno che lavora per l'autorità idrica di Khan Younis”.
Immagine in anteprima: frame video Al Jazeera via YouTube