All’approvazione del CIPESS, riunito il 6 agosto scorso, Matteo Salvini ha nuovamente annunciato che la sua costruzione inizierà a settembre prossimo, cioè fra pochi giorni.
In realtà le ruspe cominceranno a scavare dopo che saranno espletate molte procedure, tra cui quelle per l’esproprio dei terreni su cui edificare le gigantesche colonne della mastodontica struttura sospesa sul mare e far passare le strade di accesso al colossale ponte che collegherà la Calabria e la Sicilia…
I messinesi hanno reagito subito: numerosi cittadini manifestando in piazza, i pescatori a bordo delle feluche – caratteristiche barche con cui si pratica la pesca dei pesce spada – su cui nei giorni ferragostani navigavano battendo la bandiera NO PONTE e cantando in coro “Lo dice il pesce spada, lo dice il capodoglio: il Ponte sullo Stretto non lo voglio”, e il Comitato No Ponte – Capo Peloro raccogliendo le adesioni alla lettera, inviata il 20 agosto, che diffida il sindaco di Messina dal mettere in atto provvedimenti lesivi dei beni e degli interessi che i cittadini hanno il diritto e dovere di tutelare, altrimenti i firmatari e chi si aggregherà a loro pretendenderanno “il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali (inclusi biologici e morali)”.
Il 20 agosto il presidente dell’ONLIT / Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni e Trasporti, Dario Balotta interveniva sulla questione rilevando che nelle stime dei costi finora considerate c’è una falla, “non è calcolato l’impatto sul debito pubblico“.
Evidenziando che, come anche rilevato dall’ANAC / Autorità Nazionale Anti-Corruzione, “dal punto di vista amministrativo le criticità non mancano” ed è ancora atteso il pronunciamento della Commissione Antitrust in merito alla posizione predominante del Gruppo Webuild, Dario Balotta ha sollevato un problema: “la Commissione Tecnica per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina non include volutamente economisti tra i suoi membri” – [Ponte sullo Stretto, non calcolato l’impatto sul debito pubblico: così muore la città metropolitana / IL FATTO QUOTIDIANO – 20 AGOSTO 2025].
Eppure la soluzione di tutte le questioni tecniche e problematiche ambientali ed ecologiche connesse alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina dipende anche da come ne viene pianificato e gestito il finanziamento, che inoltre è la ‘cartina tornasole’ di ogni valutazione politica riguardo ai benefici e vantaggi derivanti dalla realizzazione di tale ‘grande opera’ di pubblica utilità.
Il direttore de IL GIORNALE DELL’AMBIENTE, Gianni Avvantaggiato, osserva:
« Per aprire i cantieri manca un passaggio fondamentale, serve il piano esecutivo dei lavori dettagliato con i disegni definitivi e i calcoli, dal cronoprogramma ai computi e i piani di sicurezza, e con i contratti d’appalto.
« Il piano esecutivo adesso non c’è ma è necessario, anche perché permette di stabilire con certezza su chi ricadranno le responsabilità della realizzazione dell’opera. Infatti il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha ricordato che la legge ne impone la consegna prima dell’avvio dei lavori principali e la Corte dei Conti ha rammentato che senza non si possono valutare costi effettivi, rischi e sostenibilità finanziaria del progetto.
« Ad agosto il governo ha previsto di completare la documentazione in 470 giorni, perciò i cantieri apriranno, forse, alla fine del 2026».
Quali altri impedimenti potrebbero rallentare o evitare la costruzione del ponte?
G. A. :« L’attuazione di quest’opera di pubblica utilità si basa sul Decreto Legge 35/2023 convertito nella Legge 58/2023, che si riferisce ai contratti stipulati con la società Stretto di Messina S.p.A., che a sua volta ha rilevato quelli stipulati con il consorzio Eurolink, vincitore della gara d’appalto del 2005.
« Ma il costo dei lavori vent’anni fa era stato calcolato di circa 4,5 miliardi e adesso è stimato di almeno 13,5 miliardi di euro e, siccome la discrepanza tra gli importi è superiore al limite consentito dalle norme europee che regolano gli appalti, bisognerebbe bandire una nuova gara e, anziché aprire i cantieri, riavviare tutta la procedura per l’assegnazione dei lavori.
« Nel frattempo potrebbero venire recepite le critiche esposte dagli scienziati, in particolare dai geologi e da biologi e zoologi, e le istanze di chi si oppone alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina».
Alla realizzazione di tale struttura invasiva e rischiosa il Comitato No Ponte – Capo Peloro propone l’ammodernamento della flotta di traghetti: è un’alternativa valida?
G. A. : « Sicuramente, e non solo perché si eviterebbe di sommergere tanti terreni sotto cemento e asfalto e di devastare l’ecosistema marino dello Stretto di Messina.
« Che i traghetti siano una soluzione più economica e anche ecologica lo dimostrano i fatti. A Copenhagen, per esempio, l’impiego di quelli con motori elettrici ha dato riscontri molto positivi».
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