
La Pubblica Amministrazione è il cuore pulsante dei servizi di uno Stato: gestisce dati sensibili, eroga servizi ai cittadini, conserva archivi storici e legali. Per questo le scelte tecnologiche delle istituzioni non sono mai neutre.
Affidarsi a software proprietario significa spesso pagare costi elevati e dipendere da pochi grandi fornitori internazionali. Scegliere il Software Libero, invece, significa garantire trasparenza, indipendenza e risparmio.
Perché il Software Libero nella PA
Le ragioni per cui la Pubblica Amministrazione dovrebbe adottare soluzioni libere sono molteplici:
Risparmio economico: eliminare le licenze proprietarie permette di liberare risorse da destinare a servizi pubblici.
Sovranità digitale: uno Stato non può dipendere interamente da software stranieri, spesso prodotti da aziende private con interessi commerciali o geopolitici.
Trasparenza: il codice aperto garantisce che i processi siano verificabili da chiunque, riducendo i rischi di manipolazione.
Interoperabilità: gli standard aperti favoriscono la comunicazione tra enti diversi e la condivisione dei dati.
Esperienze internazionali
Francia: la Gendarmerie Nationale ha migrato oltre 80.000 postazioni a Linux e LibreOffice, con un risparmio stimato di milioni di euro.
Spagna: le comunità autonome dell’Estremadura e dell’Andalusia hanno sviluppato distribuzioni Linux regionali per scuole e uffici pubblici.
Germania: la città di Monaco di Baviera con il progetto LiMux ha sperimentato una migrazione completa della PA a Linux, dimostrando la fattibilità tecnica, pur tra difficoltà organizzative.
Brasile: ha reso l’open source una politica nazionale, imponendo alle istituzioni di preferire software libero nelle forniture pubbliche.
L’esperienza italiana
In Italia, il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) stabilisce che le Pubbliche Amministrazioni debbano preferire il software libero, valutandolo come prima opzione rispetto al proprietario.
Esempi concreti:
LibreUmbria: la Regione Umbria ha adottato LibreOffice sia nella PA che nelle scuole, con formazione del personale e risparmi importanti.
Regione Piemonte e Trentino: progetti di migrazione a LibreOffice e piattaforme libere di gestione documentale.
Comune di Bologna: promuove l’uso di software libero e piattaforme aperte nella gestione dei servizi comunali.
Sono esperienze che mostrano un percorso non sempre lineare, ma coerente con la necessità di costruire una PA più trasparente ed efficiente.
Dal risparmio alla cittadinanza digitale
Il punto più importante è che l’adozione del Software Libero nella Pubblica Amministrazione non riguarda solo i costi o la tecnologia: riguarda la qualità della democrazia.
Quando un cittadino utilizza un servizio pubblico digitale, deve poter contare su strumenti che rispettino la sua privacy, siano accessibili e possano essere controllati. Questo è possibile solo con software aperti, verificabili e adattabili.
La Pubblica Amministrazione che sceglie il Software Libero sceglie la trasparenza, la sovranità e la partecipazione.
È una scelta che guarda al futuro, in cui i cittadini non siano semplici utenti, ma parte di una comunità digitale consapevole.
Dal livello locale a quello nazionale, il Software Libero può diventare la chiave per una PA più efficiente, più democratica e più vicina alle persone.