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La tragedia di Giacomo Matteotti
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Filippo Turati e Anna KuliscioffFilippo Turati (1857-1932) è stato uno dei fondatori del Partito Socialista Italiano (PSI) e un importante teorico e politico socialista. Turati sostenne una visione riformista del socialismo, cercando di raggiungere i cambiamenti sociali e politici attraverso mezzi democratici e parlamentari, piuttosto che attraverso la rivoluzione. La sua carriera politica si intrecciò con i tumultuosi eventi della crescita del fascismo in Italia. Anna Kuliscioff (1854-1925), pseudonimo di Anna Moiseyevna Rozenštejn, è stata una delle più importanti figure femminili del socialismo italiano, oltre che la compagna di vita di Turati. Di origine russa, fu una delle prime donne laureate in medicina in Italia e una fervente militante socialista. Kuliscioff si batté strenuamente per i diritti delle donne, in particolare per il diritto al voto e per migliorare le condizioni lavorative delle donne e dei bambini. Anche lei, come Turati, sostenne un socialismo riformista, opponendosi a forme di violenza o rivoluzione armata. Insieme, Turati e Kuliscioff rappresentarono l'ala moderata del socialismo italiano e furono avversari del fascismo nascente, mantenendo una posizione chiara contro il regime di Mussolini. La tragedia di Giacomo MatteottiGiacomo Matteotti (1885-1924) è stato un deputato socialista e un importante oppositore del fascismo. Matteotti, noto per la sua oratoria e per il suo coraggio, denunciò pubblicamente le violenze e le irregolarità nelle elezioni del 1924, che avevano permesso al Partito Fascista di consolidare il proprio potere in Italia. Il 30 maggio 1924, in un discorso storico alla Camera dei Deputati, denunciò apertamente i crimini fascisti, accusando Mussolini di aver manipolato le elezioni. Pochi giorni dopo, il 10 giugno 1924, Matteotti fu rapito e assassinato da un gruppo di squadristi fascisti. Il suo corpo fu ritrovato solo due mesi dopo, suscitando una vasta indignazione in tutto il paese. Questo evento divenne un simbolo della brutale repressione fascista e segnò una delle prime grandi fratture tra il regime di Mussolini e la democrazia parlamentare italiana. Il delitto Matteotti provocò una crisi politica per il fascismo e spinse molti esponenti dell'opposizione, tra cui Turati e altri membri del PSI, a prendere posizioni sempre più radicali contro il regime. Tuttavia, la mancanza di una risposta coordinata e decisiva permise a Mussolini di consolidare ulteriormente il suo potere e instaurare la dittatura. |
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L'ultimo giorno di un condannato a morte
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Il romanzo è costruito come una sorta di diario del protagonista, che racconta le sue ultime riflessioni, paure e disperazione mentre attende l'esecuzione. Non conosciamo i dettagli del crimine commesso, poiché Hugo vuole spostare l'attenzione sulla sofferenza psicologica e sull'umanità del condannato, piuttosto che sui fatti del suo processo. Attraverso le sue parole, l'autore denuncia l'atrocità e l'inumanità della pena di morte, invitando il lettore a riflettere su temi come la giustizia, la libertà e la compassione. L'opera, sebbene breve, è densa di emozioni e profondamente coinvolgente. Hugo utilizza uno stile diretto e intimo per far sentire al lettore l'angoscia crescente del condannato, trasformando il romanzo in una toccante meditazione sulla vita e la morte. "L'ultimo giorno di un condannato a morte" è considerato una delle prime grandi opere di denuncia contro la pena capitale, influenzando il dibattito sulla giustizia nel XIX secolo. |
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Le selve ardenti
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"Le selve ardenti" è un romanzo d'avventura scritto da Emilio Salgari, pubblicato nel 1906. Fa parte del ciclo del Corsaro Nero, una delle serie più celebri dell'autore, ambientata nel contesto dei Caraibi e delle lotte tra corsari e colonizzatori spagnoli. Il romanzo racconta le avventure del Corsaro Nero, Emilio di Roccanera, e dei suoi fedeli compagni nella selvaggia foresta dell'America centrale. Dopo aver giurato vendetta contro il governatore spagnolo Wan Guld, responsabile della morte dei suoi fratelli, il Corsaro si trova coinvolto in una serie di peripezie, inseguimenti e battaglie nella giungla, che diventa un vero e proprio personaggio del racconto, con le sue insidie e pericoli. La "selva ardente" del titolo è un riferimento alle vaste foreste tropicali, spesso descritte come luoghi di mistero, pericolo e bellezza selvaggia. |
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Il saccheggiatore di relitti
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"Il saccheggiatore di relitti" (The Wrecker) è un romanzo d'avventura scritto da Robert Louis Stevenson in collaborazione con il suo figliastro Lloyd Osbourne, pubblicato nel 1892. La storia ruota attorno a un misterioso relitto, il "Flying Scud", e all'intrigo che coinvolge i protagonisti nella ricerca di tesori nascosti e segreti legati alla nave naufragata. Il romanzo segue le vicende di Loudon Dodd, un giovane artista americano, e il suo amico Jim Pinkerton, che si imbarcano in un'impresa per acquistare e recuperare i resti del "Flying Scud", una nave mercantile che si è arenata in circostanze sospette. Tuttavia, la scoperta del relitto li trascina in un complesso intrigo criminale che mette alla prova la loro lealtà e il loro ingegno. |
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Elementi. Libro primo
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Molto spesso avviene che libri moderni di argomento scientifico abbiano, almeno a guisa d’introduzione, pagine relative alla storia delle ricerche compiute fin dall’antichità in quel dato campo di studi, e in tali pagine si parli piú o meno diffusamente della scienza greca. Ma non sembra altrettanto frequente il caso che simili riassunti storici rivelino, non dico vedute originali, ma almeno segni manifesti di una conoscenza diretta delle cose di cui parlano i loro autori. Si direbbe che il rigore scientifico sia, per tacito consenso di chi scrive e di chi legge, richiesto solo nelle pagine successive, mentre nella parte storica sia lecito riassumere o copiare senza soverchio scrupolo da qualsiasi manuale o enciclopedia... |
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Come scrivere i riferimenti bibliografici
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Questa guida si basa sui British Standard BS 1629 e BS 5605. In ogni caso, dato che tali standard non coprono tutte le fattispecie che si possono presentare nella realtà, laddove necessario gli Autori integreranno tali standard con quanto viene considerato nella prassi una best practice. Ciò è particolarmente necessario nel caso di Internet e di altri documenti in formato elettronico. |
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Sistema di riferimento bibliografico
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L’Editore utilizza due sistemi di riferimento bibliografico fra loro alternativi: il sistema Autore-Anno e il sistema Autore, Titolo abbreviato. L’Autore è tenuto a verificare quale dei due sistemi è stato scelto dalla Direzione della Rivista o della Collana o dal Curatore della miscellanea di destinazione. Varianti specifiche alle presenti norme per alcuni settori disciplinari possono essere indicate dalle singole Direzioni scientifiche. Ogni articolo o saggio va accompagnato dalla bibliografia finale. Non è ammesso fornire le indicazioni bibliografiche complete unicamente nelle note. Al fine di evitare idiosincrasie di tipo linguistico, i riferimenti bibliografici dovranno assumere integralmente la lingua della fonte bibliografica citata. NON è in assoluto ammesso il ricorso ad abbreviazioni quali: Ivi, Ibid., Ibidem, Id., Ead., cit., op. cit. e analoghi. Ogni riferimento, anche se ricorrente più volte, deve essere sempre ripetuto secondo lo schema base. |
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Classificazione (non solo Dewey) –1
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Le discussioni sulla priorità da assegnare ai repertori normativi che riguardano l’analisi concettuale dei documenti, si tratti di soggettari alfabetici o di schemi di classificazione, se sia cioè da preferire la globalità dello scibile a una specializzazione settoriale, non sono certamente recenti; esse peccano talora di una valutazione assoluta, là dove sarà invece la ragione stessa della biblioteca, dell’istituto, del centro di documentazione, la loro missione, a rendere preferibile l’una o l’altra soluzione. Jens-Erik. Mai ci ricorda che le classificazioni generali facilitano l’interoperabilità tra sistemi diversi di ricupero, mentre le classificazioni speciali permettono ricerche più esaustive e specifiche. |
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La notizia bibliografica
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Testo preparato per il corso di qualifica professionale “Bibliotecario – Tecnico delle biblioteche”, organizzato dal CPFP “Luigi Durand de La Penne” della Spezia nell’anno formativo 2010/2011. Aggiornato alla Circolare ICCU di gennaio 2010 e alla successiva nota ICCU del 23 luglio 2010 “FAQ sull’applicazione delle REICAT in SBN”. |
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Sapienza Magazine - 01/24
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Questo numero di Sapienza Magazine è dedicato al tema più discusso nel dibattito pubblico e scientifico-tecnologico e che provoca, allo stesso tempo, entusiastiche aspettative e richiami alla cautela: l’Intelligenza artificiale. Grazie alla ricchezza multidisciplinare e interdisciplinare che caratterizza il nostro Ateneo, e ai contributi di studentesse e studenti della nostra Comunità, l’argomento è presentato e analizzato sotto diverse prospettive. L’intelligenza artificiale è anzitutto osservata da un punto di vista cognitivo, indagando il ruolo che le tecnologie hanno nei processi della conoscenza umana, dove è sempre più difficile stabilire il confine tra ciò che è mentale e ciò che non lo è. Ma al di là della sfida che essa porta con sé, con tutte le implicazioni filosofiche ed etiche connesse, concretamente a che punto è l’applicazione dell’AI nei diversi settori scientifici e tecnologici? Docenti, ricercatrici e ricercatori di Sapienza fanno il punto su questo, intervenendo su alcune significative applicazioni settoriali di questo nuovo potente strumento. Nell’ambito della robotica, tecniche innovative di visione, apprendimento e controllo dei movimenti possono influenzare fortemente lo sviluppo di questa disciplina ingegneristica. In medicina, le applicazioni vanno al di là della sola intelligenza artificiale: si parla infatti dell’incontro tra la medicina digitale e la medicina di precisione, per diagnosi e cure sempre più mirate, come avviene con la neonata Unità multidisciplinare CARE, che nella Torre della ricerca dell’Umberto I lavora con una infrastruttura digitale innovativa multistrato. Nelle scienze naturali l’intelligenza artificiale è già largamente utilizzata, con ricadute anche sul nostro quotidiano, per esempio per le previsioni meteo. C’è poi la questione generativa e dei linguaggi – da quello umano, a quello della programmazione a quello musicale – che richiama implicazioni relative anche alla creatività e all’arte. Sapienza sta sviluppando molti di questi ambiti all’interno dei progetti di Rome Technopole, l’ecosistema coordinato dal nostro Ateneo, dove si incontrano università e imprese, in coerenza con i tre assi strategici del Piano nazionale di ripresa e resilienza: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. L’intelligenza artificiale è al centro di due Flagship Project, oltre a essere strumento abilitante di altri due FP e sostanzialmente trasversale a quasi tutti i progetti. La nostra rivista ospita poi un omaggio a colei che ha scritto il primo algoritmo della storia, aprendo la strada all’informatica: Ada Lovelace. Intervistata con l’ausilio dell’AI generativa, la matematica “parla” di sé, dei suoi studi e delle sue intuizioni, commentando lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e inviando un caloroso messaggio alle ragazze STEM di oggi. Ed è dedicato a giovani studiose e studiosi il focus sui progetti che saranno realizzati in Sapienza grazie alle 12 borse Marie Skłodowska-Curie vinte nel 2024: un bouquet di talenti e ricerche di eccellenza che vanno dalle scienze umane e sociali alle scienze cosiddette dure. Un approfondimento del tutto particolare è quello sulle collezioni d’arte dell’Ateneo; opere di diversa epoca, in parte trasferite dall’antico Palazzo della Sapienza, in parte realizzate per la nuova Città universitaria negli Anni Trenta, fino alle creazioni artistiche acquisite più recentemente, che rappresentano un patrimonio di grande prestigio e valore culturale. Il progetto Theatron – Teatro antico alla Sapienza è il tema di comunità di questo numero, con un reportage fotografico delle rappresentazioni in Aula magna con la partecipazione di studentesse, studenti, e nel ruolo di attori e nel lavoro di traduzione dei testi classici. E infine, una “visita” al protocollo, per comprendere come questo sistema di numeri ed etichette, generalmente poco frequentato dai non addetti ai lavori, sia fondamentale per tracciare l’intera attività amministrativa del nostro Ateneo e conservarne la memoria, grazie anche ad una affiatata squadra di collaboratori che vi lavora quotidianamente. Buona lettura, Antonella Polimeni |
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