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Israele attua politiche naziste. Occorre dirlo a piena voce!

Sono quasi due anni che lo Stato israeliano persegue il genocidio del popolo palestinese finalizzato alla pulizia etnica di Gaza e poi dell’intera Palestina.

Gaza non solo è stata trasformata in un campo di concentramento a cielo aperto, ma rappresenta un nuovo capitolo della barbarie umana, in cui per uccidere un bambino non si usa nemmeno una pallottola o una bomba: lo si affama fino a quando muore di stenti e patimenti.

Che il responsabile di questo genocidio sia il governo Netanyahu è ovvio, ma questo non è che l’ultimo capitolo della storia della colonizzazione della Palestina sulla base dell’applicazione dell’ideologia sionista. Ridurre tutto il problema ad uno spregiudicato criminale dice un pezzo della verità, ma non affronta il problema. Oltre a Netanyahu sono responsabili lo Stato israeliano, il governo statunitense – in continuità da Biden a Trump – i governi europei, a partire da quello tedesco e italiano, che sono i principali fornitori di armi a Israele al di fuori degli USA.

Responsabile il governo italiano che, presieduto dalla Meloni, ha attuato un rovesciamento totale delle politiche che storicamente il nostro Paese ha fatto verso il Medio Oriente. Invece di ricercare una mediazione la Meloni ha assunto una posizione di pieno sostegno del governo israeliano, arrivando addirittura a trasformarsi nella longa manus del Mossad in Italia, sia attraverso le incarcerazioni – Anan Yaeesh – che affidandogli la gestione della nostra cybersecurity con l’accordo firmato l’’8 marzo 2023.

Il punto su cui vi propongo di ragionare non è quello delle connivenze internazionali con il governo israeliano – che sono più ampie dei soli Paesi occidentali e toccano anche Cina e Russia – ma sulle narrazioni ideologiche che, in particolare nell’Occidente, vengono utilizzare per giustificare il genocidio. In ogni caso per stemperarne il peso storico.

In primo luogo il sionismo ed il governo israeliano hanno rovesciato completamente il significato della Shoah, l’insegnamento che questa aveva portato a tutta l’umanità.

La barbarie del nazismo, con l’olocausto e i 7 milioni di morti nei campi di concentramento, ha portato l’umanità intera al suo punto più basso. Quell’orribile crimine ha però anche obbligato ad una riflessione che per decenni ha connotato tutta l’umanità ed in particolare quella occidentale, nel cui seno era nata e cresciuta l’ideologia nazista. Dalla reazione alla barbarie nazista e all’antisemitismo è scaturito il grido MAI PIU’ PER NESSUNO!

Dal baratro del razzismo, dell’antisemitismo e dell’intolleranza per ogni dissenso politico, è emerso un tabù – contro il nazismo e le pratiche genocide – e un messaggio universalistico: L’impegno al rispetto di ogni essere umano senza alcuna discriminazione.

L’insegnamento scaturito dalla reazione alla barbarie dei campi di concentramento nazisti da solo sarebbe stato più che sufficiente a impedire che il popolo palestinese fosse sottoposto al genocidio che vive oggi quotidianamente.

Affinché questo genocidio fosse reso possibile e dicibile è stato necessario per il governo israeliano e per larghissima parte del sionismo rovesciare completamente l’insegnamento che da 7 milioni di morti era emerso: non più “Mai più per nessuno”, ma invece, “Mai più per noi”. Questo rovesciamento lessicale in cui un insegnamento universale e che riguarda tutta l’umanità diventa una  sorta di protezione particolare per la popolazione di uno Stato – da non confondere in alcun modo con il popolo ebraico – costituisce non solo la negazione dell’insegnamento che era scaturito in reazione all’olocausto, ma il suo vero e proprio rovesciamento, la sua negazione radicale: l’olocausto viene utilizzato per affermare un inesistente stato di emergenza sull’esistenza dello Stato di Israele e per giustificare il genocidio dei palestinesi.

Per questo non basta condannare Netanyahu e le sue azioni, ma occorre smascherarne la narrazione: il rovesciamento del significato dell’olocausto riporta l’umanità nel pieno della barbarie in cui i governanti israeliani non solo compiono un genocidio, ma lo realizzano privi di sensi di colpa, perché utilizzare l’olocausto come propria giustificazione apre la strada a una totale immoralità, all’assenza di limiti: all’assenza di umanità.

Accanto a questo rovesciamento di significati in cui milioni di morti periti nell’olocausto sono nei fatti sterminati un’altra volta nella loro strumentalizzazione per compiere un genocidio, occorre sottolineare un secondo elemento.

Il “Dio è con noi” che Netanyahu brandisce ogni giorno, riprende integralmente il Gott mit uns che i prussiani e poi la Wehrmacht portavano forgiato sul proprio cinturone. Così come il genocidio della popolazione palestinese attuato con le bombe, con la morte per fame, l’uccisione mirata – anche grazie alle tecnologie digitali e all’intelligenza artificiale – delle persone che svolgono un ruolo di “tessitura sociale” nella comunità palestinese, richiamano metodi tipicamente nazisti. Come lo sono l’attenzione particolare all’assassinio dei giornalisti, in modo da impedire la documentazione di cosa sta facendo Israele a Gaza: nessuno deve sapere è il loro slogan. Così nell’era della fake news, l’invenzione di una Gaza inesistente, in cui i palestinesi sorseggiano bibite ghiacciate, è la ciliegina di una torta degna dell’apparato di propaganda di Goebbels e delle SS.

Ritengo quindi necessario dire ad alta voce che il comportamento del governo ed in generale dello Stato israeliano è nei fatti nazista. La banalità del male che il movimento nazista ha posto in essere quasi 100 anni fa contro il popolo ebraico si sta ripresentando sotto ai nostri occhi e lo stato di Israele ne è l’autore. Non solo lo Stato di Israele sta compiendo un genocidio ai danni del popolo palestinese, ma lo sta attuando con la determinazione, la scientificità, la continuità nel tempo, la ferocia, il sadismo e la disumanizzazione delle vittime tipica del nazismo.

In una situazione in cui Israele usa l’olocausto del popolo ebraico per giustificare il genocidio del popolo palestinese e in cui l’assenza di morale che ne deriva fa sì che il comportamento di Israele sia la riedizione di quello dei nazisti, è opportuno che i popoli del mondo – a partire da quelli occidentali – ne abbiano piena coscienza. Nessuna giustificazione per chi oggi ripropone la barbarie nazista che speravamo di avere sradicato dalla storia dell’umanità.

Israele va fermata e questo è possibile, attraverso due azioni convergenti. In primo luogo con il boicottaggio di ogni rapporto economico da parte dei popoli e degli Stati a livello mondiale. Israele non è autosufficiente e questa sua situazione di dipendenza va usata per fermare il genocidio. In secondo luogo le azioni di denuncia come la grande flotta multinazionale che nei prossimi giorni salperà per Gaza. In terzo luogo la presa di distanza dal governo e dallo Stato israeliano da parte dei cittadini israeliani e del popolo ebraico in tutto il mondo. Not in my name ha una forza enorme, come ci insegnano Moni Ovadia, Ilan Pappè, Norman Finkelstein e molti altri. Avere le idee chiare in merito alla barbarie nazista dell’azione di Israele è la prima condizione per agire ed impedirgli di nuocere.

Redazione Italia

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