Handala è salpata domenica 13 luglio alle ore 12.30, dal porto di Siracusa in Sicilia.
Il vento espero soffiava da Ovest e nonostante le preoccupazioni della crew le manovre di partenza sono state fatte senza problemi.
La nave a motore costruita in Norvegia nel 1968 è diretta a Gaza carica di baby formula e protesi per parti del corpo amputate al popolo Palestinese dalle IDF.
La nave farà uno scalo di tre giorni a Gallipoli, in Puglia, anche per raccogliere il supporto della prima regione d’Italia a interrompere i rapporti con Israele.
Mohammed Mustafa, dottore volontario nella striscia riafferma l’efficacia dell’Handala, non solo come speranza per il popolo Palestinese, ma soprattutto come operazione di sensibilizzazione, di raccolta d’informazione al fine di controllare la narrazione tramite i media. Stiamo assistendo ad un genocidio live e l’equipaggio dell’Handala sta mettendo il proprio corpo in vicinanza alla sofferenza palestinese per riportare da vicino la crudeltà del governo sionista israeliano.
Nei dieci giorni di navigazione gli occhi del mondo saranno puntati sulla Handala, Israele ha chiuso le acque internazionali, la speranza non è tanto che arrivi quella barca, ma che ne arrivino a migliaia, che la gente non smetta nemmeno per un attimo di pensare ed agire per la Palestina, boicottando le aziende come la Leonardo s.p.a, citata da Antonio prima della partenza della barca e soverchiando un governo che supporta finanziariamente il genocidio.
Vittoria Antonioli Arduini